lunedì 11 aprile 2011

Racconto numero 31 - Camera numero sette

Racconto numero 31
Camera numero sette
(L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)


    Dario guida lungo i tornanti delle stradine di montagna in cerca di un tabaccaio, osservando con attenzione i cartelli stradali, preoccupato di potersi trovare per sbaglio al confine con la Francia, o con la Svizzera. È uscito venti minuti prima per comprare le sigarette e non pensava di perdere tutto questo tempo. Ha fretta di tornare in hotel per farsi trovare pronto a ricevere i due ospiti e concludere lo scambio.

    Nella stanza numero sei un uomo risponde al telefono.
    «Ciao Andrea, ho due buone notizie. Ti farò avere un anticipo sui diritti d'autore e altri tre mesi per completare il lavoro. Che ne dici?»
    «Ti ringrazio... e ringraziami anche l'editore... però non credo di riuscirci. Forse è meglio lasciar perdere.»
    «Lo so che non te la passi bene, ma quei soldi dovrebbero bastarti per un po`, non credi?»
    «Certo, basteranno. Forse non per tre mesi... ma il problema è un altro: sono un po`, come dire, bloccato. Non ho scritto una parola nelle ultime settimane.»
    «Non mollare proprio adesso... dove ti trovi?»
    «Ho preso una camera... è un piccolo hotel, a volergli fare un complimento, ma va bene così. Costa poco ed è tranquillo. Anche il paesino... silenzioso, in montagna... potrebbe essere il posto adatto. Spero di riuscire a concludere qualcosa.»
    Dopo la telefonata, Andrea va in bagno, apre il rubinetto e aspetta che l'acqua diventi calda prima di buttarsi sotto la doccia.
    Aspetta.
    Aspetta.

    «Reception, mi dica.»
    «Credo che non ci sia acqua calda in questa camera. Può fare qualcosa?»
    «Le cambierò la stanza con quella accanto, venga a prendersi la chiave.»

    La camera numero sette è più bella rispetto all'altra. C'è acqua calda, il letto non cigola e la carta da parati è ancora tutta incollata sui muri. Vicino alla finestra, che si affaccia su un laghetto tra gli alberi, c'è un tavolo con sopra un posacenere che non è stato svuotato. Una valigia nera accanto all'armadio lascia intuire che quella camera non è veramente libera.
    Andrea si avvicina per leggere la targhetta, ma non c'è scritto il nome del proprietario. Decide di chiamare nuovamente la reception e rimette a posto la valigia. Mentre lo fa, il suo sguardo viene attirato da una borsa che si trova sotto il tavolo. La prende, la mette sul letto, la apre e fa un balzo all'indietro urlando. Dentro c'è la testa di un uomo avvolta nella pellicola.


 

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