domenica 10 aprile 2011

Racconto numero 19 - Caccia mortale


Racconto numero 19
Caccia mortale
(L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)

La sete di vendetta l’aveva condotta dritta in trappola.
Il respiro affannoso sembrava rimbombare in quel magazzino immenso e colmo di oggetti di ogni tipo.
Le ombre silenziose nella soffusa luce rossastra delle lampade di emergenza, sembravano giganti insanguinati.
Si nascondeva dietro una cassa di legno che puzzava di marcio, mentre cercava di riprendere fiato per affrontare l’ennesimo attacco dell’assassino.
Per impedirle di fuggire.
Per ucciderla.
Trovare l’uscita in quel labirinto oscuro ed evitare allo stesso tempo il killer che le dava la caccia, era come attraversare a nuoto un mare in tempesta.
Un suicido.
Il detective Lily J. Bradley si era gettata in quella bufera spinta dall’odio, senza riflettere sulle conseguenze, senza pensare a un piano per sopravvivere.
Ora era troppo tardi.
La pistola le era sfuggita durante la prima colluttazione, quando lui aveva cercato di pugnalarla, con lo scopo di renderla inoffensiva, per poterla torturare, sino a ucciderla, in un rituale sessuale che era il suo modus operandi.
Si era comportata come una recluta alle prime armi, si era lasciata sorprendere, e la ferita al braccio e la slogatura alla caviglia, ne erano il risultato, un lento stillicidio che la stava indebolendo.
La testa pulsava con violenza come se mille tamburi echeggiassero le noti della sua marcia funebre.
Se non avesse trovato una soluzione non sarebbe sopravvissuta.
L’immagine del cadavere della sorella balenò nella mente stanca. Spezzato con spietata follia, senza alcun rispetto per la sua dignità di essere umano. Il diritto di esistere, amare, distrutto dai giochi sadici di un predatore. Era una lama dritta al cuore. La rabbia prese di nuovo il sopravvento e una sferzata di adrenalina riportò energia al corpo esausto. Si alzò zoppicando e con circospezione si diresse a tentoni verso l’unica fonte di luce bianca in quell’ambiente sanguigno.
La furia per quell’ingiustizia la spinse a continuare a camminare tra le tenebre minacciose, consapevole che a ogni angolo, lui poteva essere in agguato, pronto a trasformare Lily nell’ennesima vittima del Collezionista d’Occhi, come i giornali avevano soprannominato il soggetto ignoto a cui dava la caccia.
Ogni ombra poteva nascondere quell’assassino sociopatico, pronto a colpirla in quella partita mortale.
Tutto era cominciato quattro mesi prima, quando la prima vittima era stata ritrovata nel parco. Stuprata, torturata, mutilata. Ogni parvenza di umanità era stata sradicata con ferocia in quel giovane corpo, che un tempo era stato pieno di vita e di progetti per il futuro.
Il Detective Bradley era stata incaricata delle indagini. Non era il primo omicidio su cui investigava, ed era una criminologa che periodicamente partecipava a corsi di aggiornamento a Quantico.
Nel momento in cui era giunta sul luogo del ritrovamento, aveva compreso che non era l’opera del solito assassino occasionale.

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