domenica 10 aprile 2011

Racconto numero 29 - La linea rossa

Racconto numero 29
La linea rossa
(L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)

Milano Cadorna.
Cairoli.
Cordusio.
La linea della metropolitana è una traccia di sangue sulla piantina della città; una traccia di sangue che scorre sottoterra, all’ombra delle fondamenta dei palazzi.
La gente, nonostante questo, cammina tranquilla. Bada alle proprie borsette, a tener per mano i figli, ad aver vidimato il biglietto. Un’altra fermata e si va in Duomo per comprare i regali di Natale, poi per i saldi d’inverno, per fare il regalo a un’amica, e via ad accalcarsi nei negozi a sudare per il caldo d’inverno e a rabbrividire per l’aria condizionata sotto zero, d’estate. A perdere tempo in coda. Minuti, ore; settimane o mesi, se li si mettesse tutti in fila.
La gente compra in continuazione; è un passatempo, quasi una mania. Fa a botte per accaparrarsi l’ultima cianfrusaglia, per riempirsi le giornate e non pensare che anche noi non siamo che tracce di sangue su questo mondo, destinati a diventare niente.
La gente è ignorante. Legata al vil denaro e all’apparenza, incapace di apprezzare le vere qualità che dovrebbe possedere un uomo.
La guardo da dietro gli occhiali spessi: prima la massa colorata che è la folla, un tutto odoroso e caotico; poi una persona per volta. Il giovane che non cede il posto alla vecchia. La donna incinta che si regge a stento, usando il grembo per passare avanti. Due bambine che litigano per una figurina, già pienamente incanalate sulla via della corruzione.


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