martedì 8 marzo 2011

Racconto numero 4 – SGUARDO FATATO


Racconto numero 4
SGUARDO FATATO
(L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)

Katie e Mark, due ragazzi che si conoscevano fin da bambini, si erano ritrovati l’estate prima alla festa di benvenuto delle nuove matricole nella stessa università che avevano scelto di frequentare.  Da subito lo sguardo di Mark lungo i corridoi aveva catturato il cuore sfarfallante di Katie,  facendola innamorare perdutamente dei suoi occhi intensi e magnetici di ragazzo ormai diventato adulto.
Un tardo pomeriggio, durante il gran galà, Katie aveva avuto finalmente il coraggio, grazie alle dritte della sua amica Marianne, di avvicinarsi a lui, facendogli ricordare nella sua mente sbadata che si conoscevano già da molti anni.
Con il suo sorriso un po’ timido e allo stesso tempo sognatore, era riuscita a parlargli, mettendo con audacia un bigliettino con il suo numero di cellulare nella tasca di Mark.
Finita la festa, dopo aver salutato tutti i suoi nuovi amici  e soprattutto la sua amica del cuore Marianne, dopo averle confidato di aver lasciato finalmente il suo numero a Mark e aver visto i suoi occhi entusiasti, decise di raggiungere la sua camera promettendosi più tardi di chiudere almeno un po’ gli occhi, in attesa della fatidica chiamata di Mark.
Il mattino successivo, mentre lei si preparava per uscire a fare colazione, il cellulare posato sulla scrivania iniziò a suonare e a vibrare sempre più forte.
 La chiamata di Mark sul display di Katie,  percorreva il battito del suo cuore talmente emozionato da farla barcollare lungo la sua camera, costringendola così a sedersi sul letto.
Lui l’aveva finalmente considerata dopo tutti questi anni, dandole  l’appuntamento il mattino successivo alla grande quercia nel parco appena aperto.
Seduto su una panchina, la sagoma del suo corpo e i suoi occhi  scuri  che erano sempre così misteriosi e sfuggenti a qualsiasi persona, ammiravano e studiavano i piccoli passi di Katie lungo il cancello aperto.
Katie con lo sguardo fatato da piccola ragazza innocente che era, gli andava incontro attorniata dal desiderio di poter finalmente abbracciarlo.
Alzatosi dalla panchina per aspettarla, Mark si lasciava scrutare senza parlare molto,  lasciandosi accarezzare dall’entusiasmo delle sue mani.

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