martedì 22 marzo 2011

Racconto 7 - Sogno o realtà

Racconto numero 7

SOGNO O REALTA’
                                                     (L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)

 Ho chiuso tutte le finestre per cercare di tenere lontano questo forte senso di oppressione che ho sul cuore, ma l’ho solo reso più vicino a me, l’ho intrappolato nella ragnatela invisibile della mia anima, ma come per uno scherzo del destino, io sono il ragno ed io sono la preda. Ho colto due rose rosse dal mio giardino, che ora ho lasciato abbandonato al triste destino dell’inverno, ora ci sono solo anime di linfe vitali intrappolate in corpi morti che gridano urla sorde, che nessuno ascolterà. Stringo tra le mani quei boccioli ormai secchi e sbriciolo i petali che cadono come polvere ai miei piedi. Chiudo forte i pugni per cercare di  trattenere un alito di vita in questo fiore, che in altri momenti mi ha fatto sorridere e scaldato il cuore, che sussultava per un amore nato e cresciuto in un istante, che si è reso potente e si è fatto largo con impertinenza e malizia nei miei sentimenti impacciati e riservati. Ma ora il fiore è polvere, briciole di quel sentimento che non posso raccogliere e rimettere insieme, non posso annaffiarlo con le lacrime che cadono a dirotto come pioggia , ogni giorno,ogni momento; vorrei che i miei pensieri ti raggiungessero, sospesi in volo sulle foglie spinte dal vento, ma le mie foglie sono quelle caduche dell’autunno, che vedo qui in terra a marcire, dopo un breve volo di morte. La luce dalla persiana chiusa non filtra più, è giunta la sera, arriverà la notte e con lei la mia mente sfinita, i miei occhi gonfi per il pianto, si riposeranno in un sonno profondo, che dà il conforto e la speranza di riuscire a non pensare a te, mi lascio cadere sul letto abbandonandomi a questo dolce e doloroso oblio... Ti vedo! Agiti la mano, mi urli di raggiungerti, hai bisogno di me, la spiaggia non è molto lontana, posso farcela! Mi tuffo nelle acque di un mare limpido e cristallino, ma che improvvisamente  diventa agitato, scuro e ostile, le onde mi prendono e mi lanciano in avanti per poi riprendermi e riportarmi sotto, fatico e con tutta me stessa cerco di avanzare. Le braccia mi fanno male, l’acqua salata mi brucia la gola e gli occhi, ma il fatto di vederti sulla riva mi da la forza di andare avanti, annaspo, tossisco, ingoio l’acqua, ma resisto, arrivo in ginocchio sulla sabbia, alzo la testa e ti vedo mentre allontanandoti mi fai cenno di seguirti nel fitto di una rigogliosa vegetazione, gli occhi mi fanno male e fatico a mettere a fuoco cosa mi circonda, ma è tutto un tripudio di luci suoni e colori meravigliosi.

Nessun commento:

Posta un commento