martedì 22 marzo 2011

Racconto numero 12 - Ricordi di cera

Racconto numero 12
Ricordi di cera
                                                     (L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)

È iniziato tutto dalla morte della mamma: una spirale di eventi che mi ha spinta con violenza in un gorgo da cui mi sembra impossibile risalire.
I ricordi del funerale di mia madre affollano ancora la mia mente: la chiesa piena di gente, le lacrime di papà, un’omelia interminabile del prete di cui non ricordo mezza parola e quell’odore acre di incenso che fin da quando ero bambina mi crea come un senso di nausea.
E poi c’era lui. Con la coda dell’occhio l’avevo visto seduto qualche fila più indietro alla mia. Guardava dritto davanti a sé, con gli occhi di chi è sinceramente dispiaciuto. Mi ero subito chiesta chi fosse quell’uomo e perché si trovasse al funerale, ero sicura di non averlo mai visto, eppure doveva conoscere mia madre. Con un altro fugace sguardo nella sua direzione lo vidi mentre giocava con un foglietto di carta, arrotolandolo con le sue dita straordinariamente eleganti e affusolate. Il mio unico desiderio era che la cerimonia finisse il più velocemente possibile: volevo avvicinarlo, provare a parlargli, farmi toccare dalle sue mani. Non pensavo ad altro.
Quando finalmente, riversati fuori dalla chiesa, mi sono guardata intorno alla sua ricerca, lui non c’era più. L’avevo perso in mezzo ai volti indistinti, ai corpi lenti e pesanti della gente.
Torno alla realtà facendo svanire la sua immagine dalla mia mente. In questo momento fuori dalla finestra è quasi buio, le luci dei lampioni si riflettono sull’asfalto bagnato, colorando di arancione tutta la via. Faccio uno sforzo per rimettere insieme nel mio cervello i pezzi degli avvenimenti degli ultimi giorni. Non so quanti ne siano passati dalla morte di mia sorella, forse le indagini sono ancora in corso, ma nessuno mi ha detto niente.
Ho sempre avuto problemi di memoria fin da piccola: se penso alla mia vita i pezzi mancanti sono tanti quanto gli spazi vuoti di un puzzle risolto a metà e dimenticato da troppo tempo in cantina. Ma questa volta forse è stato lo shock per la morte di mia madre e della mia sorellina a cancellare tutto dalla mia testa.

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