martedì 22 marzo 2011

Racconto 8 - La casa tra i girasoli

Racconto numero 8

La casa tra i girasoli
                                                     (L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)

La donna si alzò dal letto madida di sudore.
     Dalle persiane socchiuse filtrava la poca luce che preannunciava il sorgere del sole. Erano quattro mesi che Carla si svegliava prima dell’alba travolta dall’incubo che non riusciva a rimuovere dalla mente. Si passò un fazzoletto di carta sul viso, si ravviò i capelli umidi e andò in bagno. Lo specchio sopra il lavabo le restituì l’immagine di un viso sfatto e logoro che mentiva sui quarantasei anni della sua età. Gli occhi erano cerchiati e, come ogni mattina, segnati da un’angoscia nascosta. Si buttò sotto la doccia e rimase per un tempo che le sembrò eterno a godere del sollievo di quel getto d’acqua bollente come se il vapore potesse dissolvere il terrore che si annidava in lei. Ma era un’illusione. L’acqua scorreva e le faceva materializzare davanti agli occhi socchiusi l’immagine di quello che restava del corpo di Giovanni.
     Carla chiuse l’acqua, prese l’accappatoio e si sedette sul bordo della vasca. L’orologio del bagno segnava le sette e un quarto. Di lì a poco sarebbero arrivati l’avvocato Garlandi e il maresciallo dei Carabinieri per accompagnarla alla casa tra i girasoli di San Biagio.
     Quella piccola casa era stata il rifugio di campagna, quello dei fine settimana con Giovanni, delle passeggiate mano nella mano, delle allegre grigliate con gli amici. Era a pochi chilometri dal centro di Perugia, dove abitavano, ma lontana anni luce dal traffico, dal vociare della gente, dagli schiamazzi dei ragazzi all’uscita dalle discoteche.    
     I rilievi in quello che restava della minuscola abitazione erano terminati. La fuga di gas aveva distrutto i muri di pietra rosa e fatto crollare il soffitto di legno e tegole disseminando a metri di distanza i detriti e i brandelli del corpo di Giovanni.

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